Special Magazine - Tipologie di tappi per il vino, sughero, sintetici, a corona, a vite e vetro

Special Magazine - Tipologie di tappi per il vino, sughero, sintetici, a corona, a vite e vetro

Il tipo di tappo utilizzato per imbottigliare il vino è spesso un indicatore che fa la differenza nel momento dell'acquisto soprattutto da parte di consumatori meno esperti. Il tipo di tappo infatti è tra i principali responsabili della percezione della qualità di un vino ma non sempre un tappo in sughero indica che un vino è di altissima qualità e viceversa un tappo a corona o un tappo a vite rappresentano un vino di scarso valore organolettico.

I tappi utilizzati per imbottigliare possono essere delle seguenti tipologie:

  • tappo di sughero
  • tappo sintetico
  • tappo a corona
  • tappo a vite
  • tappo in vetro

Detto questo andiamo ora ad analizzare le peculiarità di ogni tipo di tappo.

Il tappo di sughero

Il tappo di sughero come possiamo ben immaginare è stato utilizzato fin dai tempi antichi per conservare il vino, inizialmente venivano usati per chiudere le anfore dove venivano conservati e successivamente per chiudere le bottiglie, specialmente nella pratiche della spumantizzazione con il metodo champenoise.

Perchè proprio il sughero?

Il sughero innanzitutto è un materiale naturale con caratteristiche di porosità ed elasticità perfette per proteggere il vino dal rischio di ossidazione, ma permettendo allo stesso tempo una micro ossigenazione lenta e graduale volta a favorire l'evoluzione organolettica durante la fase di affinamento in bottiglia.

Nonostante queste caratteristiche importantissime però, il sughero naturale può anche essere il responsabile di alterazioni del vino: ci riferiamo al noto sentore di tappo. Quando diciamo che un vino "sa di tappo" ci riferiamo al fatto che il sughero utilizzato nella produzione di quel tappo è contaminato da una muffa già presente nel sughero al momento della raccolta ed è caratterizzato da un composto chimico chiamato TCA (2,3,6-tricloroanisolo), responsabile dell'odore sgradevole di legno ammuffito tanto temuto da produttori e consumatori. Si stima che tra l'1% e il 10% dei sugheri e quindi delle bottiglie in commercio possano avere questo problema. Per ovviare a questa problematica sono state sviluppate nuove tecniche per la produzione di tappi in sughero che però non possano essere responsabili di questo fastidioso difetto.

Possiamo distinguere questi nuovi tappi di sughero in:

  • monopezzo (pezzo unico sigillato con un composto che elimina le imperfezioni della superficie del tappo)
  • multipezzo (solitamente due pezzi pressati e incollati tra loro, detto anche compensato)
  • tappo tecnico (agglomerato di sughero ricoperto da collante)

Il tappo sintetico

Spesso chiamati "tappi in silicone" in realtà i tappi sintetici non sono fatti di questo materiale ma le loro proprietà ne ricordano  le caratteristiche. Come per ogni cosa i tappi sintetici hanno dei pro e dei contro: innanzitutto sono sterili e non potranno mai sviluppare muffe o composti molecolari che possono alterare il vino, sono isolanti e non soggetti a deperimento, di contro non hanno la capacità propria del sughero di favorire la micro ossigenazione necessaria per un ottimo invecchiamento in bottiglia. Per questo motivo solitamente si preferisce utilizzare i tappi sintetici proprio per quei vini idonei al consumo mentre sono ancora giovani, solitamente imbottigliati negli ultimi 1-2 anni.

 Il tappo a corona

Utilizzati principalmente per le birre, nell'immaginario collettivo sono utilizzati da coloro che si fanno il vino in casa.

Tuttavia molti piccoli produttori artigianali scelgono di utilizzarli per i loro vini naturali, rifermentati in bottiglia e a basso contenuto di solfiti. A differenza dei tappi in sughero o sintetici, sono particolarmente economici ma non vuol dire che non siano efficaci, anzi tutt'altro! La sua particolare caratteristica lo rende molto resistente alle forti pressioni, per questo motivo come dicevamo viene spesso usato per sigillare vini frizzanti, rifermentati in modo che all'apertura mantenga un perlage di qualità. In alcuni casi il metallo del tappo a corona è rivestito internamente da uno strato di plastica per garantire l'ermeticità della chiusura e proteggere il vino dall'ossidazione. 

Il tappo a vite

 Come per il tappo a corona anche il tappo a vite solitamente viene ricollegato ai vini di bassa qualità, solitamente da ultimo scaffale del supermercato, prodotti che solitamente vengono considerati di bassa qualità. Anche qui dobbiamo sfatare un mito; chiamato anche "capsula" o "screwcap", il tappo a vite è composto esternamente da alluminio, mentre internamente presenta una guarnizione in polietilene e stagno perfetti per una chiusura ermetica, evitando così il passaggio di ossigeno e anidride solforosa. Similmente il tappo a vite favorisce la totale assenza del rischio di alterazioni del vino a causa di muffe in quanto i materiali utilizzati sono inerti e non favoriscono lo sviluppo di agenti microbiologici.

Il tappo in vetro

Ultimo arrivato sulla scena dell'enologia il tappo in vetro ha moltissime caratteristiche positive dalla sua parte: è elegante, inerte, non deperibile, riciclabile, facile da stappare e perfettamente isolante.

Si tratta di un investimento particolarmente elevato per le piccole cantine artigianali, sia per il costo in se del prodotto che per l'attrezzatura necessaria da acquistare in fase di imbottigliamento. Mentre i tappi sintetici infatti possono essere utilizzati con gli stessi strumenti per il sughero, il tappo in vetro necessita di macchinari particolari per la tappatura.

Quindi è molto difficile da trovare specialmente nell'ambito delle produzione biodinamiche e artigianali e quasi impossibile per le produzioni personali.

In tutto questo non abbiamo parlato di tradizione. Nella storia enologica italiana dobbiamo riconoscere che il sughero ha sempre sortito il suo fascino, ma come l'abito non fa il monaco, non sempre il tappo predice la qualità del vino.

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